La differenza tra estratto e olio essenziale

Se ami la cosmesi naturale, avrai sicuramente notato che sulle etichette dei prodotti possono essere menzionati sia oli essenziali che estratti. Come mai? Non sono la stessa cosa? La risposta ovviamente è “No”. Ad accumunarli c’è la loro origine vegetale e un profumo distintivo, ma usi e proprietà sono molto diversi. In questo articolo tu spiegheremo qual è la differenza tra estratto e olio essenziale, come si ottengono, in quali modi possono essere usati e infine ti faremo scoprire alcuni tipi di estratti che probabilmente non conoscevi!
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ToggleEstratto e olio essenziale: principali differenze
Quante volte ti è capitato di sentire parlare di “essenza”? Si tratta di un termine molto evocativo che ci capita di usare indistintamente per indicare profumi ed estratti.
Per essere precisi, l’essenza di una pianta è ciò che la caratterizza. Comprende proprio tutte le sue peculiarità, aroma incluso.
Dall’essenza della pianta si ricavano estratti e oli essenziali, due preziose risorse che possiamo utilizzare sia come rimedi funzionali (all’interno di cosmetici, trattamenti topici, infusi) che per dare profumo e gusto a qualcosa (pensiamo ad esempio all’estratto di vaniglia per i dolci), in aromaterapia, per i massaggi, e molto altro ancora.
Ma in cosa si distinguono?
Queste sono alcune delle principali differenze fra estratto e olio essenziale:
- Gli oli essenziali sono utilizzati in prevalenza per uso esterno mentre molti estratti sono anche commestibili.
- Di alcune piante si può ottenere l’estratto ma non l’olio essenziale.
- Gli oli essenziali sono sempre 100% naturali mentre le essenze e gli estratti possono facilmente essere sintetizzati in laboratorio.
- Gli oli essenziali hanno un profumo più intenso e duraturo rispetto agli estratti.
- Per realizzare gli oli essenziali servono enormi quantità di materia prima, e la resa è davvero minima, mentre per gli estratti una piccola dose di materia prima dà risultati molto più grandi. Ad esempio, servono diverse tonnellate di petali di rosa per creare pochi ml di olio essenziale, ma basta un cucchiaino di frutti rossi essiccati per gustare una tazza di infuso.
- Gli oli essenziali sono più costosi degli estratti e delle essenze proprio per la grande quantità di materia prima necessaria a produrli.
Leggi anche: Perché usare un cosmetico naturale
Estratti Vs. oli essenziali: definizione, produzione e usi

Sei differenze: poche ma sostanziali. Ti abbiamo dato una buona base di partenza adesso però vogliamo approfondire l’argomento spiegandoti esattamente che cosa sono gli estratti e gli oli essenziali, come si realizzano, per cosa si usano, come riconoscerli e quali altri “prodotti naturali” puoi trovare in commercio.
Cosa sono gli oli essenziali?
Gli oli essenziali sono la parte più preziosa di una pianta. Sono la loro essenza in forma altamente concentrata. Si ottengono mediante un processo di distillazione, normalmente a vapore (anche se per gli agrumi è più comune la spremitura a freddo).
Come abbiamo già accennato, servono grandissime quantità di materia prima per ottenere una piccola boccetta di olio essenziale, che è un composto altamente volatile e quindi dev’essere poi mescolato a un olio vettore per poter essere utilizzato.
In base al tipo di olio essenziale possono essere usati i fiori, le radici, la corteccia, i frutti o le foglie della pianta, che vengono messi in una sorta di grande pentola a pressione dove l’azione del vapore separa la materia inerte dalla sua “essenza”. Goccia dopo goccia, aroma e proprietà benefiche si depositano in un alambicco attiguo formando uno strato di sostanza oleosa.
Ma l’olio non è l’unica sostanza che troveremo all’interno del secondo contenitore. Dato che olio e acqua non si mescolano, la parte oleosa si separa dalla componente acquea del vapore e si raccoglie in superficie. La parte sottostante, l’idrolato, è un sottoprodotto dell’olio essenziale che a sua volta può essere utilizzato puro sulla pelle e sul cuoio capelluto o come ingrediente di prodotti cosmetici, profumi, acque profumate e altro.
Essendo così concentrati, gli oli essenziali conservano proprietà molto più potenti rispetto alle essenze, in particolare quelle antiossidanti e antibatteriche che fungono da ingredienti attivi di prodotti topici mirati, come pomate antifungine o antiacne.
Ma il loro livello di concentrazione è tale da non essere tollerato dalla pelle in formato puro. Per poter usare sul corpo l’olio essenziale è indispensabile diluirlo, vaporizzarlo o aggiungerlo a una base che può essere un olio vettore (ad esempio olio di mandorla, d’oliva, di jojoba, di cocco) o un cosmetico naturale.
Usare l’olio essenziale puro sulla pelle può provocare irritazione, reazioni allergiche o arrossamenti sul punto d’applicazione.
Leggi anche: L’utilizzo e i benefici degli oli essenziali

Cos’è un estratto?
L’estratto si produce immergendo la materia prima vegetale in acqua, alcool, glicerina (o altra sostanza sintetica) e lasciata macerare affinché tutte le sue proprietà si sprigionino nel liquido.
Il materiale vegetale viene poi rimosso e filtrato così da lasciare solo il suo estratto naturale. È un po’ come quando ci prepariamo una tazza di tè con l’infusore, ma le materie prime sono fresche e non essiccate.
Essendo in forma diluita, gli estratti sono meno potenti degli oli essenziali ma conservano comunque le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti in grado di dare sollievo o trattare alcune condizioni senza rischio di irritazioni.
Anzi, proprio perché sono in forma diluita, possono essere usate in maggior quantità e sono più delicati sulla pelle.
Possiamo distinguere due tipi di essenze:
- Essenza concreta:
Non tutti gli estratti sono liquidi. Esistono, ad esempio, le essenze concrete dove le materie prime vegetali sono trattate con dei solventi organici che poi vengono fatti evaporare lasciando sul fondo del contenitore un residuo di consistenza semi-solida formata da oli essenziali, resine, cere e altre sostanze.
- Essenza assoluta:
Applicando un’ulteriore tecnica chiamata enfleurage, l’essenza concreta viene trattata con etanolo per creare la cosiddetta “essenza assoluta”, che è simile all’olio essenziale ma utilizzata in particolar modo nella profumeria.
Le essenze purtroppo sono anche molto facili da ricreare sinteticamente in laboratorio. Sono tanti i prodotti, anche etichettati come “naturali”, che utilizzano estratti creati ad arte mescolando sostanze chimiche che sulla pelle possono addirittura risultare irritanti.
Come si riconosce un prodotto con estratti naturali veri?
Leggendo l’etichetta. È davvero così semplice.
Sia gli oli essenziali che gli estratti, le essenze e gli idrolati devono riportare il nome della pianta d’origine e non una denominazione chimica simile a una formula.
Le aziende sanno che il pubblico ha un sempre più crescente interesse nell’acquistare prodotti naturali, ma farlo bene costa perché prevede:
- la selezione di grandi quantità di materie prime biologiche di provenienza accertata
- la creazione di formule ad hoc
- l’impiego di macchinari avanzati
- l’acquisto di oli vettore e basi altrettanto naturali
Tutti processi che influiscono sui prezzi degli oli essenziali e degli estratti prima, e dei prodotti finali poi. Un lusso che i marchi che puntano a vendere grandi quantitativi di merce a basso costo (ad esempio nei supermercati) non possono permettersi. Mentre sintetizzare gli estratti in laboratorio è decisamente più conveniente.
Noi di Opimo crediamo fermamente nella qualità, ma crediamo anche che la chiave della salute stia nella conoscenza. Ecco perché abbiamo scelto di utilizzare il blog per approfondire tutti gli aspetti della cosmesi naturale sotto più punti di vista, dalle proprietà delle singole materie prime alle insidie che si possono nascondere dietro a prodotti di bassa qualità.

Altri tipi di estratti
Gli estratti non sono utilizzati solo nella cosmetica, e a dire il vero uno degli usi più comuni l’abbiamo citato prima come esempio: il tè. Ma non è certo l’unico…
Proviamo a dare un’occhiata a quali altri tipi di estratti esistono e come si producono:
- Tè, decotti e infusi: si ottengono facendo bollire in acqua (o lasciandoli in infusione per 15-20 minuti) parti fresche o essiccate di una materia vegetale. Che si tratti di tè verde, infuso di frutti rossi, camomilla o un decotto di radice di zenzero, aiuteremo il nostro corpo a stare meglio gustandoci al contempo una bevanda (calda o fredda) ricca di sapore.
- Infusioni oleose: oltre a poter immergere la materia prima nell’acqua per creare un infuso, si possono utilizzare degli oli dove lasciar macerare le nostre componenti vegetali. Possiamo usare qualsiasi tipo di olio naturale, come l’olio di oliva, e lasciarlo a riposare ben sigillato per alcune settimane o mesi.
- Polveri: le polveri sono utilizzate in particolar modo come integratori alimentari ma possono essere aggiunte anche a maschere per il viso o creme per il corpo. Basterà tritare finemente la componente vegetale (quasi sempre la foglia) fino a ottenere una polvere leggerissima. Si possono assumere in capsule o all’interno degli alimenti.
- Tinture: anche le tinture vegetali sono estratti. Per realizzarle si immerge la materia prima vegetale in un’elevata dose di alcol. Dopo 6-8 settimane di posa, l’alcol avrà “estratto” tutte le sue componenti attive.
Mettere in infusione dello zenzero o una bustina di tè non è pericoloso né tantomeno difficile. Tutt’altra cosa però è creare oli essenziali ed estratti (anche quelli in polvere). Per evitare rischi, ti consigliamo di rivolgerti a professionisti esperti e acquistare direttamente il prodotto pronto, dove saprai che sia gli ingredienti contenuti che la concentrazione sono sicuri per il tuo corpo.
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